Logical Terror - "Ashes of Fate"
Etichetta: DarkTunes Music Group - Genere: Modern Metal
Esprimere
un parere sull'ultimo disco dei Logical Terror non è cosa semplice.
La prima impressione è che i Nostri non facciano altro che prendere
in prestito il sound di band quali Mnemic e Soilwork per riprodurlo
più o meno fedelmente. Se ci fermassimo qui il giudizio sarebbe
molto facile da dare, dato che dipenderebbe dal fatto se
l'ascoltatore fosse un amante o meno delle band sopra citate. Eppure
oltre a questo c'è molto di più. Ci troviamo innanzitutto davanti a
una band con le idee molto chiare su quello che vuol fare e,
soprattutto, con le capacità per tramutare le idee in fatti. Forse i
metallari della prima ora storceranno il naso nel sentire questo
“Ashes of Fate”, un
album in cui il Metal non è più Heavy, ma contaminato (se non
“invaso”) dalla modernità dell'elettronica, degli effetti, dei
suoni campionati, delle voci filtrate. Un metal per molti versi
vicino al pop, potenzialmente “consumabile” anche da un pubblico
ben più vasto di quello metallaro. Ma è proprio qui che risiede la
difficoltà. Occorre infatti (e qui mi ripeto) avere le idee chiare,
facendo un'analisi del pubblico target che si vuole raggiungere.
Stiamo quasi entrando in un saggio di economia, ma la realtà è
proprio questa. I Logical Terror non hanno lasciato nulla al caso. Il
loro pop-metal non è banale ma frutto di scelte ben precise, e di
questo bisogna dargli un gran merito. Sul fronte musicale pezzi come
“The World Was Mine” e la title-track si pongono un
gradino sopra gli altri, non soltanto per gli ottimi featuring di
Bjorn “Speed” Strid (Soilwork) e di Jon Howard (Threat Signal),
quanto per la qualità degli arrangiamenti, delle linee vocali, del
“tiro” di certi parti; con “Nowhere To Nowhere”
abbiamo la canzone “particolare”, soprattutto per il riff
iniziale e la generale struttura del brano che tanto devono a un
capolavoro quale “Ghost”
dei Mnemic; peccato per “Shattered
Crown” e “Another Day Gone” - brani veramente troppo
“annacquati” e privi di una vera ossatura – mentre “Sleep
Well The Darkest Night” convince a metà per quel suo essere “inno”
metal che si perde nei troppi stoppati disseminati qua e là
all'interno del brano; bella, bellissima invece “The Long
Descent”, la vera perla del
disco, quella che ascolti
una volta e non lasci più: trasuda qui la voglia di divertirsi dei
Logical Terror, in un brano apprezzabile tanto su disco quanto in
sede live; concludiamo con “Coming Undone”,
un pezzo assolutamente valido grazia alla capacità dei Nostri di
dare il massimo respiro a ciascuna parte.
Ripeto:
non è facile giudicare questo disco. Ma ritengo che, in un panorama
dove tante band cercano di suonare con la maggior tecnica possibile e
al bpm più veloce possibile, un disco come “Ashes of Fate” sia
una bella boccata d'ossigeno, occasione per sentire qualcosa
di piacevole ma non estremamente impegnativo. Ma sono sicuro che
anche questa scelta i Logical Terror l'abbiano ben ponderata..
Voto
7,5 / 10
-M
Twitter: https://twitter.com/logicalterror