lunedì 31 ottobre 2016


 Sotto il Segno del Male: intervista ai Path of Sorrow 


E' da poco uscito il loro primo full-length intitolato "Fearytales", con cui danno prova di un sound dannatamente personale e votato all'oscuro. Signore e Signori, da Genova ecco a voi i Path of Sorrow. 


CIAO RAGAZZI E BENVENUTI SU THE METALLIST! VOLETE RACCONTARCI COM'E' NATA LA VOSTRA BAND? 
Robert: Ciao a tutti i lettori di The Metallist! Prima di rispondere, vorrei presentare la band: io sono Robert e suono il Basso, poi abbiamo Mat alla Voce, Jacopo e Davi alle Chitarre e Attila alla Batteria. a band nasce ufficialmente nel Settembre del 2012, anche se nei mesi antecedenti stavamo già provando in formazione "ridotta". Abbiamo avuto molto affiatamento fin da subito, grazie anche al fatto di esser prima di tutto amici e non solo delle persone che si vedono per provare: questo ha portato, nei mesi successivi, alla nascita di alcuni brani che poi sarebbero entrati a far parte del nostro recente album. Nel 2013 debuttiamo finalmente live, ed il riscontro sul palco e del pubblico è molto positivo, nell'anno successivo continuano i live e registriamo una demo (non ufficiale e mai commercializzata). Verso la fine del 2014 però la band rischia di sciogliersi definitivamente per divergenze di stile, rimanendo così solo Mattia ed io. Abbiamo continuato a credere nel progetto, tanto da riformare la band in poco più di un paio di mesi: si uniscono così ai Path Of Sorrow Attila alla batteria e Jacopo e Davi alle chitarre, tutti con diverse esperienze ed influenze alle spalle, ma pronti a rimettersi in gioco con questo progetto. Nemmeno il tempo di capire come e quando e a Gennaio 2015 abbiamo subito la prima data con la nuova formazione: l'impatto sonoro e visivo sono completamente cambiati, si capiva cosa volevamo fare e come farlo. Quello è stato solo l'inizio, ad oggi abbiamo "portato a casa" tanti bei concerti (con gruppi come Necrodeath, Electrocution, The Vison Bleak, Modern Age Slavery solo per citarne alcuni), diverse trasferte in Italia e all'estero ma sopratutto la realizzazione del nostro primo lavoro in studio “Fearytales”, registrato tra Gennaio ed Aprile qui a Genova nei Blackwave Studio di Fabio Palombi (Nerve, Burn the Ocean) e la firma con la Buil2Kill a Settembre.


QUALI GRUPPI SONO STATI DI ISPIRAZIONE NELLA VOSTRA CARRIERA?
Robert: Siamo profondamente debitori alla scuola svedese del Death Metal. Personalmente, avendo suonato per anni cover dei primi In Flames, il sound ne risente tantissimo. Ma questa non è l'unica influenza, perché non possiamo certo non menzionare gruppi come Hypocrisy, Dark Tranquillity, At The Gates, Dissection e Kreator, Testament e Death Angel per quanto riguarda la nostra parte Thrash. Forse però la cosa più caratteristica dei Path Of Sorrow è proprio che, avendo background diversi, riusciamo a mettere tutto assieme nel nostro "calderone" ottenendo così un nostro suono ed una nostra identità, tenendo sempre a mente le tematiche Horror sia nei testi che nelle atmosfere.

COSA VOLETE ESPRIMERE CON LA VOSTRA MUSICA?
Mat: Domanda difficile. Probabilmente la risposta più sincera che io possa dare è la nostra idea di Death Metal. Come detto in precedenza, noi membri dei Path of Sorrow abbiamo dei background musicali differenti l'uno dall'altro, ma abbiamo deciso di sfogare le nostre differenti vene metal in chiave Death. I nostri pezzi cavalcano sempre tematiche care al genere horror che confezioniamo con growl, scream e riff incalzanti, dando sfogo alla voglia di “oscuro” e “maligno” che alberga più o meno in tutti. Direi che questo è quello che vogliamo esprimere con la nostra musica: male, orrore e crudeltà, la nostra idea di Death Metal.

COSA NE PENSATE DELLA SCENA METAL ITALIANA UNDERGROUND?
Jacopo: Leggevo recentemente online di un dibattito proprio su questo argomento. C'era chi aveva il coraggio di sostenere che ad oggi la scena metal italiana è pressoché sparita. Francamente è un'affermazione che non riesco a concepire: solo a Genova, negli ultimi anni, ho scoperto con molto stupore una serie di band, liguri e non solo, dalle prospettive davvero interessanti. Con questo voglio dire che chi non si rende conto dell'immensa varietà e della grandissima qualità del nostro underground è solamente chi non è interessato a supportarlo, seguendo soltanto le solite band che solcano i palchi da 30 o 40 anni. La scena metal underground non solo è viva, ma è anche in continue espansione ed evoluzione e, per fortuna, c'è ancora chi crede e supporta le band che giorno dopo giorno nascono e creano qualcosa di proprio in un settore in cui è difficile distinguersi.

COMPOSIZIONE DEI BRANI..SALETTA O PC?
Davi: Entrambi. Il più delle volte il pezzo viene composto a casa da uno di noi, tendenzialmente da me o da Jacopo, e presentato agli altri con una struttura ed un arrangiamento provvisori; quindi ci lavoriamo assieme finché non siamo tutti soddisfatti. Non è però raro che il pezzo nasca proprio in saletta, magari da un riff uscito per caso, con il contributo di tutti fin da subito. Personalmente trovo questo sistema di composizione “ibrido” ottimale, perché ci permette di avere varietà nei brani, ma allo stesso tempo coerenza, e senza forzare niente. Per quanto riguarda i testi, sono quasi tutti opera di Mat (cantante), con qualche contributo anche dagli altri.

IN QUESTI GIORNI E' USCITO IL VOSTRO PRIMO FULL-LENGTHFEARYTALES”: QUANTO TEMPO VI E' SERVITO PER COMPORLO?
Davi: Quando il gruppo si è trovato a dover sostituire ben tre dei suoi cinque componenti, a fine 2014, metà circa dei brani che sono poi finiti nell’album erano già stati composti, a partire dalla formazione del gruppo stesso circa due anni prima; per arrangiare quei pezzi e comporre la restante metà abbiamo impiegato grosso modo un anno. A Gennaio di quest’anno siamo entrati in studio, e le registrazioni sono durate un paio di mesi; poi ci siamo messi da parte e abbiamo lasciato che le sapienti mani e orecchie di Fabio Palombi (Blackwave Studio) facessero la loro magia.

SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO OTTENUTO?
Jacopo: Direi di si, siamo pienamente soddisfatti del risultato ottenuto. Sapevamo che ad affidare il lavoro nelle mani esperte di Fabio Palombi c'era da stare tranquilli, ma quando abbiamo ascoltato per la prima volta il lavoro finito siamo rimasti piacevolmente sorpresi. È ovvio che, grazie a questa esperienza, abbiamo anche imparato molte cose e a crescere non solo come individui, ma come gruppo; crescita che, soprattutto per chi ci segue da sempre, è uno degli aspetti più sentiti e trasmessi dal nostro album.

AVETE DELLA DATE IN PROGRAMMA?
Attila: Al momento abbiamo confermata la data del 18 Novembre al Traffic Live di Roma, per l'ottava edizione dell'Hardsounds Festival, dove avremmo il piacere di suonare coi Lectern, i Demiurgon ed i Logic Of Denial, e di rivedere i nostri amici Electrucution, con cui abbiamo fatto una data qui a Genova l'anno scorso. Ne abbiamo poi una decina da confermare per il 2017, sia in Italia che anche al di fuori della penisola: diciamo che ci si vedrà spesso in giro!

QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI FUTURI?
Attila: I nostri progetti, o per meglio dire obiettivi, sono tanti (come ogni band del nostro livello). Ma ce n'è uno solo che rimarrà sempre fondamentale per noi, ed è quello di fare musica, che piaccia sì al pubblico ma che piaccia prima di tutto a noi, perché non riusciamo mai ad accontentarci e non riusciremmo mai a suonare qualcosa "tanto per fare". Non guardiamo mai troppo in là nel futuro, cerchiamo di fare piccoli passi volta per volta ma fatti con criterio, in modo da dar ancora più valore ed importanza ai traguardi che raggiungiamo.

COSA VOLETE DIRE PER SALUTARE I VISITATORI DI THE METALLIST?
Mat: Per salutare i lettori voglio ribadire un concetto trito e ritrito ma sempre efficace e meritevole di essere ripetuto: supportate l'underground della vostra zona! La scena Italiana è viva e gode di ottima salute al di sopra del palco ma è al di sotto che si deve scatenare davvero, perciò correte a mettere a ferro e fuoco i locali della vostra zona ogni volta che se ne presenta l'opportunità! Grazie a tutti i lettori e grazie a The Metallist per lo spazio che ci avete concesso!





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