mercoledì 31 agosto 2016



L'Incendio - "L'Incendio"

Etichetta: Autoprodotto -  Genere: Brutal Death Metal 


L'Incendio è una band originaria di Imola il cui nome deriva dal fenomeno, osservabile sulle città nelle notti brumose d’inverno, per cui nel cielo si presenta un alone giallastro che rievoca il bagliore emanato di un lontano incendio. Così, "uno dei tanti segni della supremazia della civiltà umana diventa riflesso della sua stessa distruzione". E' da questo assunto che bisogna partire, perché nelle nove tracce che compongono il disco i Nostri sferrano un'autentico assalto sonoro, sebbene stavolta parliamo di un Brutal Death diverso dal solito. L'opener "Zion Ruins" si fa notare per l'arpeggio iniziale condito da percussioni tribali, ma anche per il chorus in cui la violenza del blast beat contrasta con la melodia della chitarra e della voce che, come si sentirà più volte nel disco, ricorda molto quella dei System Of A Down..ottima inoltre la parte a tre-quarti canzone, con un bel suono di basso e delicate note di chitarra; "Immanent" ha una prima parte in cui velocità e pesantezza si danno il cambio, mentre sia la melodia che introduce l'assolo (a dir poco allucinato) che il finale con i cori risultano evocativi"Smile On!" ha un'inizio decisamente prog e un grande equilibrio di fondo, che permette alla voce e al basso di mettersi di mostra..piuttosto valida la parte a tre-quarti canzone, in cui la musica pare "dissolversi" prima di tornare con un violento attacco; "The Nation Of Dreams" è una canzone corposa, in cui la voce di Luca Emiliani si mette in mostra per il cantato profondo e disperato; "Youtumor" fa del contrasto tra parti melodiche ed altre rabbiose il suo punto di forza; "5 Is The New 6" è una delle canzoni migliori del lotto, grazie ancora all'ottima prova della voce, ma anche al riff "storto" (colonna portante del pezzo) e la melodia finale; "Zatemniat'" è un'intermezzo che dimostra la capacità innata di questi ragazzi di rendere grande un pezzo semplice; la conclusiva "L'Incendio Pt. 1&2" è un'avvicendarsi tra furiose parti brutal e momenti poetici cantati in Italiano (complimenti), senza dimenticare la parte in sassofono, capace di trasmettere la solitudine delle notti fredde ed elettriche in cui le "luci della città riflessa tingono la notte di arancio", e l'accorata declamazione finale del cantante, Grande Orchestratore dell'Incendio che brucia tutte le colpe, corruzioni e vanità. 

Insomma, un disco complesso ma per nulla banale, che perde alcuni punti se si tiene conto del sound scelto in studio, "secco" e incapace di rendere la profondità creativa dei Nostri. A livello compositivo suggerisco di seguire maggiormente la strada dei riff prog e degli inserti strumentali, in cui la band mostra di dare un valore aggiunto. Le canzoni risultano ancora troppo complesse e lunghe e, cosa importante, i riff a volte non vengono fatti "sfogare" come si dovrebbe. Rimane il fatto che qui abbiamo una band dall'indubbio potenziale e che col prossimo disco potrebbe giungere a maturazione completa. Assolutamente da tener d'occhio. 


Voto 7,5 / 10 

-M 


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